(contado di Porta Eburnea)
La struttura del castello è da sempre ben conservata. L’ultima forzata
ristrutturazione sta terminando e piano piano si sta ripopolando dopo
che gli abitanti furono costretti ad andarsene a seguito del terremoto
del 2009.
Le abitazioni all’interno del castello se ne stanno
appolaiate intorno alla massiccia mole della chiesa di San Nicolò, che
come una chioccia sembra difendere il castello. La chiesa posta al
centro dell’abitato è elencata nel diploma di Federico Barbarossa del
1163.
Spina era lambita dalla via regale di Porta Eburnea, strada
che da Perugia usciva dall’omonima porta verso Pila percorrendo
l’odierna Settevalli e giunta a Spina, oltrepassava il Nestore
attraverso il ponte ai piedi di Monte Vibiano e proseguiva fino ad
Orvieto.
La villa di Spina, importante snodo stradale, fu
fortificata e dotata di cinta muraria negli ultimi anni del Duecento,
appena in tempo per far desistere dall’assedio le truppe imperiali di
Enrico VII dirette a Roma nel 1312. Nel secolo successivo resistette per
ben tre volte, prima di capitolare, agli attacchi dei soldati di
Fortebraccio nel fatidico 1416.
Il castello di Spina è stato per
lungo tempo rinomato e conosciuto per l’abilità dei suoi artigiani:
Pulimante da Spina, maestro di ferro e legname nel 1473 partecipa alla
costruzione del coro di San Domenico a Perugia. Questa tradizione durerà
fino al secolo scorso:i fabbri Dante e Antonio Puccetti riceveranno la
medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Anversa del 1923 per
la costruzione degli aratri.
*Dedicato al mio amico Guido Zaffo Santarelli e a sua moglie Annalisa, che dopo dieci anni sono potuti rientrare nella propria casa all’interno del castello.