Prima Tappa: Norcia – Preci

Prima Tappa: Norcia – Preci

Anticamente chiamata Nursia, Norcia è situata nel cuore della Valnerina, nella parte occidentale della pianura di Santa Scolastica, a poco più di 600 metri d’altitudine, al centro di un’area ricca di testimonianze archeologiche che confermano la presenza dell’uomo fin dal paleolitico medio. Fu importante centro strategico sabino che trasse il nome da Northia, divinità propiziatrice di fortuna, venerata dagli etruschi.
Nel 480 nacquero a Norcia i Santi gemelli Benedetto e Scolastica. Al crollare dell’impero romano, mentre alcune regioni d’Europa sembravano cadere nelle tenebre ed altre erano ancora prive di civiltà e di valori spirituali, San Benedetto e i suoi monaci portarono il progetto cristiano a tutte le popolazioni sparse dal Mediterraneo alla Scandinavia, dall’Irlanda alle pianure della Polonia. Lo fecero attraverso la croce (la legge di Cristo), che diede consistenza e sviluppo agli ordinamenti della vita pubblica e privata, attraverso la preghiera liturgica e rituale, che cementò l’unità spirituale dell’Europa, col libro (ossia la cultura) e con l’aratro (la fatica e la coltivazione dei campi), riuscendo a trasformare terre deserte ed inselvatichite in campi fertilissimi (emblematico l’esempio offerto dalle “marcite” di Norcia, prati perennemente irrigui grazie all’opera di canalizzazione apportata dai monaci benedettini nel V secolo). In un contesto naturale e morale che presenta già fenomeni di eremitismo ed ascetismo la regola benedettina dell’ora et labora prevedeva un rifiuto del mondo per essere ancora più presenti in esso, il ritirarsi in luoghi appartati per meglio approfondire la conoscenza del divino, in comunità in cui ci si affratella.

Da questa antica città, da questo contesto paesaggistico di grande bellezza, prende avvio il nostro viaggio a piedi, per salire tra i monti all’Abbazia di Sant’Eutizio,  con vedute straordinarie verso le cime e le valli dei monti Sibillini.

Si parte da piazza S. Benedetto a Norcia (m 602), dalla statua del santo che benedice la città e i pellegrini e usciamo dal borgo prendendo il sentiero che sale alla forca di Ancarano (CAI 501). Si va in salita lieve in una paesaggio luminoso tra campi, pascoli, muretti a secco, querce millenarie, il monte Patino che ci protegge e vigila. Entrando nel bosco la salita si fa più impegnativa e alle nostre spalle Norcia, sempre in vista, si fa via via più piccola dentro le sue antiche mura. Si arriva alla forca d’Ancarano (m 1008) e ampia è la vista sulla piana di S. Scolastica alle nostre spalle e l’alta valle Castoriana davanti ai noi coi monti che la cingono e i piccoli borghi e le pievi che la punteggiano. Si beve l’acqua fresca che sgorga dalla fonte e si continua in discesa, tra campi di grano d’altura, per Piè la Rocca (m 880) e tra foraggi odorosi ancora giù verso l’antica, bellissima chiesa di S. Angelo. Si attraversa la via principale che sale ad Ancarano e per strada bianca si va verso querce antiche e verso Campi lasciando il sentiero (CAI 501) per una piacevole sosta. Da Campi si riprende un sentiero che supera con un ponte un minimo rio e si sale veloci alla chiesa – il suo profilo inconfondibile s’era già annunciato da tempo – di S. Salvatore. E via ancora  tra i campi fioriti per un sentiero (CAI 511) che poi entra nel bosco, facendosi più angusto e tocca la chiesa della Madonna della Croce, i boschi fitti di Valle Tuscia, il Ponte Romano per scendere alle case di Acquaro e quindi alla bellezza dell’abbazia di S. Eutizio. Si arriva all’abbazia, che si trova nella valle Castoriana, sopra l’abitato di Piedivalle, alle pendici del monte Collescille, su un terrazzamento posto tra la scogliera (dove sono le antiche grotte degli eremiti) e la ripida vallata.

L’abbazia fondata dai monaci siriani  nel V secolo  è stata la culla del monachesimo occidentale, San Benedetto si recava spesso dai monaci, suoi padri spirituali. Qui nacque la scuola chirurgica preciana, sorta come diretta emanazione delle conoscenze e delle arti curative introdotte nella Valle Castoriana, intorno al V secolo.

Da S. Eutizio a Preci il passo è breve – ma non troppo. Andando per i campi sotto Collescille, tra vie che indicano le comunanze agrarie, s’arriva a Preci col monte Fema innanzi e i monti di Sellano che s’annunciano.

 

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