Quarta Tappa: Molini di Càmmoro – S. Bartolomeo

Molini di Càmmoro – Abbazia di Sassovivo – S. Bartolomeo

Si parte da Molini di Càmmoro (m 709), siamo lungo il corso superiore del Menotre, e cominciamo a salire per un sentiero (CAI 580) nel bosco che arriva a Orsano (m 880). Situato su di uno sperone di roccia, nel pendio orientale del monte Purano, il castello di Orsano è un borgo di notevole pregio che al suo interno vanta edifici di considerevole interesse storico e artistico. Le sue origini non sono facilmente rintracciabili, anche se la sua fondazione si può far risalire all’alto Medioevo. Nel sec. XIII era sottomesso a Spoleto e, insieme con Cammoro, controllava il territorio attraversato dalla via della Spina. Qui ci lasciamo alle spalle la Valnerina e davanti a noi si alzano le cime dei monti che ci separano dalla valle Umbra. Tocchiamo il piccolo borgo e scendiamo per uno stretto sentiero nel bosco che aggira un profondo solco e arriva a casa Catacomba (m 891). Si prende a salire dolcemente, tra campi e pascoli verso Casa Rampi (m 938)…Si prosegue in salita verso Abruzzo (m 978) e il piccolo borgo di Biscina (m 1003). Per caratteristica stradina di montagna (che aggira i monti Puranno e Lagricciolo), abbandonando il sentiero (CAI 580) e stando tra i m 950 e i m 1000 entriamo e usciamo dal bosco misto con belle viste sui monti che cingono l’altipiano di Colfiorito. Si intercetta in discesa per un breve tratto un altro sentiero (CAI 574). Arrivati alle antiche case di Vallupo (m 941) si prende una comoda strada in falsopiano (CAI 570), accompagnata a tratti da muretti, che ci porta dolcemente verso l’imbocco della stradina che porta a Civitella, il piccolo borgo con torre che vediamo camminando e da lì a Cancelli e alla sua chiesa (m 908). La fama delle guarigioni dal male di sciatica che i primogeniti maschi della famiglia Cancelli dispensavano in una piccola stanza del loro paese dette luogo ad una tale affluenza di pellegrini da esigere, nella metà del secolo XVII, la costruzione di una chiesa in forma di oratorio.
L’edificio si rivelò subito insufficiente ad accogliere i fedeli, come risulta dalla visita pastorale del vicario vescovile effettuata a Cancelli il 22 ottobre 1657. Si rese pertanto necessaria la costruzione di un vasto santuario. L’attuale santuario di Cancelli fu costruito fra il 1744 e il 1765 per intervento del vescovo di Foligno Mario Antonio Maffei, su progetto attribuito all’architetto folignate Filippo Neri. Fra tutti i santuari terapeutici umbri quello di Cancelli presenta la peculiarità di essere sorto in epoca moderna sotto la spinta della gerarchia ecclesiastica in funzione della famiglia Cancelli che si tramanda nei secoli di padre in figlio la facoltà di “segnare” i malati ischiadici attraverso l’imposizione delle mani. Ripartendo da Cancelli si sale a Cascito (m 925) per continuare sul fianco del monte Aguzzo fino a m 960, entrare con il sentiero in un bel bosco alto e scendere verso il piccolo altipiano fiorito, in cima alla valle di Sassovivo, del borgo di Casale (m 841). Per comodo sentiero si attraversano i boschi che portano verso l’abbazia di Sassovivo con ampie vedute verso la valle Umbra e la città di Foligno e a Uppello. L’imponente complesso monastico di Sassovivo si trova incastonato in un paradisiaco territorio naturale non molto lontano da Foligno. L’abbazia fu fondata nella seconda metà del XI secolo riutilizzando una preesistente residenza fortificata dei Monaldi. La Comunità Monastica creata dall’abate Mainardo, acquisì presto un vasto patrimonio ed ebbe l’appoggio del papato che, a partire dal 1138, la esentò dalla giurisdizione vescovile e dal pagamento delle tasse ai Comuni; all’inizio del ‘200, dipendevano da Sassovivo 92 monasteri, 41 chiese e 7 ospedali.
Nella seconda metà del ‘400 , passata ai Benedettini olivetani, l’abbazia cominciò a decadere e nel 1860 fu soppressa e demanializzata. Ora è sede della Comunità Jesus Caritas del Padre Foucauld. Dal cortile superiore si entra nella Chiesa ricostruita dopo il terremoto del 1832 ed è in fase di ultimazione di restauro per l’ultimo terremoto del 1997. Dall’atrio che precede la chiesa, una porticina conduce al bellissimo chiostro romanico, opera del maestro romano Pietro de Maria (1229; il nome compare con quello dell’abate nell’iscrizione in versi leonini sul lato sud), composto di 128 colonnine binate o a spirale, sorreggenti 58 archi a pieno centro e una solenne trabeazione classica con marmi colorati e due liste di mosaici decorati. Dal chiostro si può accedere all’interno del Monastero dove rimangono avanzi della decorazione pittorica tra cui, il refettorio, un Ultima Cena, datata 1595, i dormitori voltati sono di origine duecentesca. Al cortile si accede per uno scalone seicentesco o per una scaletta interna dove si trova una Loggia detta Del Paradiso con frammenti di affreschi monocromi del primo Quattrocento. dell’ambito di Giovanni di Corraduccio.
Proseguendo si trova una loggia costruita nel 1442 utilizzando alcune strutture medievali per proteggere una Cripta del secolo XI, detta cappella del beato Alano, residuo di S. Maria del Vecchio (o della Valle), che fu il primo nucleo di Sassovivo. Poco distante vi è un’antica fonte e il nostro sentiero che si inoltra nella lecceta secolare.

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