CASTELLI E VILLE DEL PERUGINO: CASTELLO DI RIPA

(contado di Porta Sole)

In piena espansione territoriale del comune di Perugia e relativo massiccio incastellamento del territorio, si decide che le ville di Pieve di Ripa e Sant’Emiliano, situate sul confine assisano, si riuniscano in un sito fortificato e circondato da mura.
Nel 1267 si da inizio alla costruzione del castello di Ripa. Costruzione che si protrae per alcuni anni per la poca volontà espressa dagli abitanti delle due ville.
Nonostante tutto, negli anni settanta del Duecento si completa il castello di forma circolare con due porte allineate fra loro, come si può notare dalla foto aerea donatami dalla Proloco, in occasione di una serie di spettacoli-conferenze che tenni nella locale biblioteca.
Nel 1445, sessanta abitanti del castello di Ripa, appreso che uno di loro era morto in prigione per le torture ricevute, occupano armati il palazzo del capitano del popolo. Quest’ultimo fu tratto in salvo solo con l’intervento di Braccio Baglioni.
All’interno del castello, nella seconda metà del Cinquecento, il capitano Nicolò Ansidei si fece costruire un palazzo, poi completamente rimaneggiato fino a scomparire; rimangono solo l’ingresso con l’insegna familiare e l’architrave della porta principale.
Nicolò Ansidei detto il”Signore dell’abbondanza”, per il popolo invece era il “Signore della carestia”. Egli, approffittando anche della sua vicinanza col governatore pontificio cardinale Filippo Spinola, si arricchiva in modo esponenziale come intercettatore e speculatore del più vitale prodotto alimentare:il grano.
Oltre questa figura di bandito legale, Ripa è stata terra di briganti.
Sempre nella seconda metà del Cinquecento imperversava nel territorio un’atipica figura di capobrigante: Fabrizio da Ripa. Di umili origini, a differenza delle altre numerosissime bande capeggiate quasi sempre da riottosi rampolli nobiliari,
Fabrizio con la sua banda rubò e depredò per tre anni finquando nel dicembre 1587 fu imprigionato e decapitato.
La sua testa fu esposta per giorni sulla ferriata della fontana di Piazza Grande a Perugia.
Sempre di Ripa, ma di un’altra epoca storica, era Alessandro Ortica, classe 1827, prepotente e non rispettoso delle leggi, fu imprigionato per furto nella rocca di Narni, dove nel 1860 riuscì a fuggire.
Approffitando della fine dello stato pontificio e del cambiamento della situazione politica, egli ritornò a Ripa e dietro la facciata dello spaccio di generi diversi di proprietà dei genitori, continuò con una banda di malviventi a condurre vita da brigante e ricettatore.
Fu ucciso fra le mura del castello di Ripa dai gendarmi il 23 febbraio 1862.
La sua banda andò poi ad ingrossare le fila del più temuto brigante della zona: Nazareno Guglielmi detto il Cinicchia.

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