CASTELLI E VILLE DEL PERUGINO: CASTELLO DI MONTE RUFFIANO

(contado di Porta santa Susanna)

Castello di prima generazione, sorto intorno all’anno 1000, situato su di un poggio dominante il Trasimeno e ben visibile anche dalla superstrada all’altezza dell’uscita Torricella.
Monte ruffiano si trovava lungo la via Cortonese. Questa strada si divideva da quella regale per Chiusi presso la villa di Pian del Carpine, l’attuale Magione, per poi seguire un andamento collinare.
Il toponimo Ruffiano sembra derivare da Rufus, un’ ipotetico signore romano proprietario anche della villa al vicino toponimo Quarantaia o dal titolo della chiesa, ora scomparsa, di San Rufino forcella lacus posta al sottostante incrocio di strade.
Nel catasto del 1282, il castello era abitato da ben 42 fuochi(famiglie). Poi col tempo inizia un decremento demografico fino a che nel 1643, in seguito all’invasione del Trasimeno durante la guerra barberina, delle truppe del principe Mattias de Medici, fratello del granduca di Toscana, alla guida di 8000 soldati contro il papa Urbano VIII al secolo Maffeo Vincenzo Barberini, l’arcaico castello di Monte Ruffiano, indifeso contro le moderne batterie di cannoni dei toscani, viene abbandonato da tutti gli abitanti.Solo la chiesa, l’ambiente a volte all’interno del cassero, continua essere frequentata dai contadini del luogo fino all’Ottocento.
Del castello ora rimane solo il rovinoso ma ancora imponente cassero. Questo con le luci del tramonto e il gracchiare delle cornacchie rivela un’aspetto sinistro e come spesso succede fra questi luoghi abbandonati, si alimentano storie di magia popolare. Si narrava che nel vicino incrocio avvenissero incontri di streghe e fattucchiere.
Già dal XIV secolo Monte Ruffiano veniva accatastato con la vicina villa di Cerbasciano, l’attuale San Vito. Le terre di questa villa appartenevano al monastero di Santa Maria di valdiponte(Montelabate) che nel 1218 vengono affittate con contratto enfiteutico da un certo Graziano(lo giuro non ero io).
San Vito è caratterizzato dalla chiesa fino al 1300 intitolata a Santa Lucia, e dal singolare campanile bizantino. Con la base arcata e vuota all’interno, dove si poteva accendere un fuoco, il campanile così illuminato veniva utilizzato come faro.

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