Cronaca di viaggio del trekking di Ferragosto nel Parco Nazionale d’Abbruzzo, Lazio e Molise.

Ci troviamo in una delle riserve naturali più importanti dell’Appennino con la sua popolazione di 50 orsi e di più di 600 camosci. Da queste parti è il “naturale e selvaggio” che ci circonda e che è in noi a palesarsi. È come se la vastità dei luoghi e la loro asprezza intima ci portasse all’essenzialità. Qui il silenzio sa parlarci dentro. Basta capire come stare in ascolto!
Nei boschi di faggi secolari, presenti nel fondo valle, nei pianori di sommità od in alcuni pendici esposte, come si conviene, puoi rimanere impressionato dalla presenza di radure ove alcuni esemplari trovano la forza di raggiungere circonferenze e dimensioni inconsuete. Sembrano improbabili a noi comuni mortali. Poi magari capita, talvolta, di vedere che questo “gigantismo”, poi, possa soccombere sotto il peso delle intemperie del clima o della vita sino a schiantarsi di colpo sotto il peso “ dei secoli”. Da queste parti può capitare di incontrare due guardie del Parco in Val Cicerana intente ad osservare per ore le cime sassose del Monte Marcolano. Cannocchiali professionali, fissati su piedistalli ben ancorati a terra, cercano di catturare per un attimo la visione dell’orso Marsicano che, sul fare della sera, è notoriamente ghiotto di bacche che là si trovano nel periodo estivo.


Alla fine in questa parte d’Abruzzo siamo condotti ad essere meno spavaldi perché è ancora la natura a vincere su di noi comuni mortali. Siamo considerati e trattati come intrusi; vi sono aree importanti definite come riserve integrali in cui il Parco cerca di modulare l’intrusione “destabilizzante” del nostro perlustrare e girovagare. Ben venga tutto ciò se porta a maggiore naturalità.


Essendo ferragosto, abbiamo dovuto optare per una sistemazione posta fuori dai limiti del Parco sulla sponda laziale in località San Donato Val di Comino. Il borgo era vivo e dall’atmosfera ridente ed interessante. Ogni giorno si è dovuto compiere un viaggio di poche decine di chilometri per Forca d’Acero, ricco di curve e paesaggio ed anche, se volete, di significato. Aveva insomma un suo perché questo nostro avvicinarci alle escursioni prescelte tra Pescasseroli ed Opi . Alla fine di questi quattro giorni di ferragosto nel Parco Nazionale d’Abbruzzo, Lazio e Molise, organizzati dall’Associazione Culturale “l’Olivo e la Ginestra”, possiamo affermare di aver conquistato alcune vette quali il Monte Macchia Pedrosa di metri 1.955, la vetta più alta del Marsicano di metri 2.245, il Monte Calanga di metri 2.168 metri. Abbiamo attraversato la valle dello Jorio e di Cicerana.

Abbiamo camminato approssimativamente per circa 70 km. e superato un dislivello di circa 3.200 metri in salita. E tutto ciò è stato fatto, cosa più importante, in allegria ed in buona compagnia.

Si ringraziano, dunque, tutti i partecipanti per avere con la loro simpatia e voglia di scoperta reso possibile questo piccolo miracolo improvvisato ed un po’ sconclusionato come piace alla ”Louisona Travel kassejjò”!

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