CASTELLI E VILLE DEL PERUGINO: CASTELLO DI SANT’APOLLINARE

contado di Porta Eburnea

Antica massa agricola, forse esistente già in epoca bizantina: S.Apollinare, vescovo e patrono della città di Ravenna, è culto diffuso nel periodo bizantino lungo tutto il corridoio che congiungeva Roma a Ravenna attraversando l’Umbria.Intorno al 1030 è in possesso dell’antichissima abbazia di Farfa. Sotto la lunga reggenza dell’abate Ugone, deposto perchè accusato di simonia ma poi richiamato a furor di monaco per la sua scaltrezza, il monastero benedettino situato in Sabina espande i propri domini anche nell’attuale Umbria. Ma poco più tardi (1065) questi territori così lontani dall’abbazia, vengono concessi da Farfa in enfiteusi, contratto d’affitto molto usato nell’età di mezzo, alla più recente abbazia di San Pietro in piena espansione, che nel XIII secolo ne diventa l’effettiva proprietaria. La rocca di Sant’Apollinare è stata una dei principali possedimenti di San Pietro e nel cenobio esistente i monaci vi risidevano specialmente durante le epidemie. Ora è sede di un centro ricerche della fondazione di studi agrari, erede dei beni dell’abbazia perugina.Nel periodo dell’ incastellamento ad ogni monastero veniva affiancato un’abitato fortificato, e Sant’Apollinare conferma tale regola. Il castello, diviso dalla rocca da un’avallamento, è sorto probabilmente in contemporanea alla completa acquisizione da parte di San Pietro.Nel secolo successivo, circa metà del Trecento, i monaci concessero sempre in enfiteusi il castello e le terre che lo circondavano alla potente famiglia Graziani anche in cambio di protezione.Il castello, danneggiato in parte dal sisma del 2009, si presenta con un’ importante arco d’ingresso, sormontato da un’imponente torre, che conduce ad un cortile con al centro una cisterna e l’ingresso del palazzo che fu dei Graziani, signori del castello per più di 500 anni.Durante la festa del Corpus domini del 1590 un contadino di Sant’Apollinare uccise Giovan Battista Graziani, che a quel tempo aveva importanti incarichi politici in Perugia. Dopo pochi giorni i parenti decapitarono il contadino e la testa, come era uso, fu esposta per 2 giorni sull’inferriata della Fontana Maggiore, quindi fu trasferita per essere posizionata alla porta del castello.Tre anni dopo, nel 1593, un’altro fatto di sangue porta alla ribalta la famiglia Graziani. Vincenzo Graziani, figlio di Giovan Battista, insieme ad alcuni sgherri, uccide ad archibugiate, nei pressi della Piazza Grande, il cugino Amico Graziani.Per questo il papa Clemente VIII ordinò di scaricare le case di Sant’Apollinare di proprietà dei Graziani ed estirpati gli alberi da frutto e le vigne.

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