CASTELLI E VILLE DEL PERUGINO: CASTELLO DI PILONICO

contado di Porta Sole

Situato lungo una vallicola scolpita dal Rio d’Arna, il castello di Pilonico in passato talvolta è citato anche col nome di Colle Sasso. Identificabile con il Castellaccio, così venivano chiamati la malridotta torre e i ruderi circostanti acquistati e ristrutturati con le proprie mani, così amava dire egli stesso, il compianto Enrico Bazzucchi, che è riuscito anche nel XXI secolo a dare seguito alla storia di questo sito.L’insediamento, già presente ai primi vagiti del Duecento, si presentava di forma triangolare, la cinta muraria ad ogni angolo era serrata da una torre: delle tre torri è ben visibile e riadattata quella posta all’ingresso, di un’altra è rinvenibile il basamento.Il nome Pilonico sembri derivare da un’ipotetico signore con questo nome e l’aggettivo Paterno possa derivare da eredità per via paterna.La zona discosta dalle grandi vie di comunicazione ha fatto si che Pilonico non ebbe nel tempo rovinose devastazioni da eserciti in transito.Nelle vicinanze, a serrare la piccola valle da ambo i lati, è menzionato un’altro castello col nome di Colle Tecchio, insediamento andato completamente perduto. Al toponimo ancora esistente è presente una casa privata.Il territorio di Pilonico era parte della massa agricola d’Arna, e qui nel XII secolo si eresse un cenobio benedettino intitolato a San Giustino, che nel 1237 venne concesso da papa Gregorio IX all’ordine dei cavalieri del tempio.I templari svilupparono in San Giustino una fiorente attività agricola e allevamenti di equini destinati ai confratelli in Terra Santa.Ma fra gli abitanti di Pilonico e i templari sembra non corresse buon sangue. Sobillati dai benedettini di Montelabate, che volevano riappropiarsi del luogo, e guidati dal pievano di Pilonico Don Placido, nel 1283 occuparono a mano armata San Giustino.Il tribunale del capitano del popolo, chiamato a giudicare sul fatto, condanna ad una pesante multa il pievano e condanna a morte in contumacia, erano subito dopo fuggiti dal territorio perugino, Bartolomeo e Monalduccio, signorotti di Pilonico, rei di aver ferito due monaci-cavalieri. L’anno dopo il tribunale confermerà la sentenza con l’ordine della devastazione dei beni dei signorotti che furono banditi definitivamente dal comune di Perugia.Più tardi nel 1312, come è noto, l’ordine dei templari fu soppresso e San Giustino passò agli ospitalieri e quindi ai cavalieri di Malta, che ancora la detengono.Del monastero rimane la suggestiva chiesa romanica con presbiterio rialzato e cripta sorretta da due colonne impreziosite da capitelli scolpiti.

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