Camminata con Gusto a sostegno del progetto “Pink is good”, un pensiero.

Camminata con Gusto del 12 settembre 2020 a sostegno del progetto “Pink is good” della Fondazione Veronesi: eccoVi un pensiero dedicato all’olivo di Villastrada ed alle donne che lottano. Un grazie particolare va all’azienda agricola “Bittarelli” ed all’azienda vitivinicola “Il Poggio”. “Ecco davanti a voi un monumento vivente fra i più antichi e sorprendenti. Si fanno risalire le sue origini a più di 2.500 anni così almeno risulta dal sito dei alberi monumentali d’Italia. Per intenderci e per dare una dimensione della sua età questo olivo era già vecchio quando passò Annibale e sconfisse i Romani nella battaglia del Trasimeno a circa 20 km da qui presso Tuoro sul Trasimeno.Insomma una pianta monumento che ne ha viste veramente di tutti i colori lungo la via Romea di Stade detta anche antica Via Romea Germanica che nacque intorno al 1250 e dunque, anche lei, molto dopo il suo avvento!Che dire sembra la composizione di più alberi ma proviene da un albero solo. Si ipotizza abbia un genotipo sconosciuto tant’è antica la sua origine e sembra non vi sia un legame con le varietà che si sono diffuse in zona o fuori regione, per cui si immagina che sia un antichissimo antenato di varietà attuali o si tratti di una varietà ormai estinta. Questo esemplare, tanti sono i suoi lustri, ha perso tutto il cuore e l’anima del proprio tronco; rimane vivo e vegeto grazie al suo involucro in contatto con l’esterno, scomposto in diversi tronchi disposti in circolo. La sua circonferenza misura più di dodici metri e mezzo ed appare intrigante di vitalità con le sue forme tortuose. A ben vedere se ci mettiamo a pensare sembriamo piccoli ed infinitesimali se ciascuno di noi paragona il proprio percorso di vita rispetto a questo gigante. Pensandoci, senza voler essere irriguardosi o blasfemi ma solo per contestualizzare il significato di questa presenza, lui ne aveva già viste tante prima dell’avvento di Cristo. Al suo cospetto sono passate le legioni romane poi i barbari, i longobardi, i pellegrini ed i seguaci di San Francesco, poi i le truppe armate di Ascanio della Corgna e Carlo Quinto che andavano ad assediare Chiusi, ultimo avamposto della repubblica di Siena nel Cinquecento. Poi ancora 200 anni dopo là passarono i soldati napoleonici ed infine i tedeschi e gli alleati che su questi colli diedero luogo ad una sanguinosa battaglia nel giugno del 1944.Insomma siamo di fronte ad un testimone della storia e dello scorrere del tempo. Nemmeno le numerose gelate a cui la pianta di olivo è molto sensibile ne ha fiaccato la voglia di esserci nel corso dei secoli. Insomma si tratta di un vero monumento della natura quasi umanizzato perché derivato dall’operosità agricola. Fa un po’ specie, oggi, sia poco noto e passi quasi inosservato quel suo messaggio di vigoria e vitalità o, comunque , non si renda merito al suo racconto di vita fatto di moralità sapientemente ancorata alle cose terrene.Ora sono molte le genti che passano senza soffermarsi e sfrecciano animati in quegli animali rombanti ed imbizzarriti, quasi fossero tutti soldati dotati di armature di inciviltà. In tutto ciò sembra ci sia una mancata connessione con la propria memoria. Lo si sa tutto ciò sembra espressione tipica di questi nostri tempi voraci e fugaci; ci si accorge di quella presenza, tutt’al più, per una certa imponenza dei luoghi dovuta alla concomitante presenza di altri esemplari di olivi secolari nei dintorni. Oggi, finalmente, al cospetto di questo lottatore d’altri tempi un nugolo di donne forti che sanno comprendere! Loro, anche per l’esperienza che hanno dovuto superare sanno soffermarsi ad ascoltare l’intimo ed apprezzare quel messaggio. Sono sicuro loro avranno posato lo sguardo su quel patriarca con tenerezza e rispetto ed avranno, nel contempo, osservato con attenzione i suoi tanti ed evidenti punti di debolezza; certo lui appare sicuramente segnato dalle vicissitudini della vita e del tempo ma alla fine se lo si guarda attentamente e, loro sanno e lo vogliono fare, hanno compreso che si può trovare una strada. Ormai queste due entità si trovano accomunate in questa dissertazione che si muove a tentoni e questo pensiero riesce a superare quella sua dimensione eterea sino a custodire quella sua longevità che sa racchiudersi in una frazione di brevità infinitesima. Forse, all’amico d’altri tempi ed a queste donne, basta saper vivere e vedere in profondità l’intimo desinare delle cose e dei sentimenti. Ed allora, come d’incanto, il gioco si fa semplice e ve ne potranno essere tanti altri di questi attimi fuggenti e fuggevoli di consapevolezza. Insomma non si sa esattamente quanti lustri abbia superato questo testimone proveniente dal passato. Talvolta forse il fato sembra mettere tutti nell’angolo, obbliga a riflettere sul senso del nostro agire quotidiano. Alla fine forse è con la forza delle esperienze vissute che si riesce a contestualizzare, a riappropriarsi dell’ essenza delle cose sino ad apprezzarne la bellezza vera anche se meno conclamata.Mettiamola così! Il nostro amico millenario ha vissuto e vivrà sicuramente molto più di tutti noi. Lunga vita e serenità a lui mentre a tutti noi rimane di accontentarsi, saper apprezzare la bellezza e vivere con intensità tante volte questo sentimento di consapevolezza e suo infinitesimo.”

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